venerdì 25 novembre 2011

Storia di un trauma infantile

Tra i primi ricordi che ho dell’infanzia uno è particolarmente vivido dal punto di vista emotivo, avendo scoperto ben presto cosa possa significare essere abbandonato.
Era prevista una visita dalla nonna, nella profonda Puglia.
Ovviamente il viaggio si sarebbe fatto in treno, così da poterci confondere, una volta arrivati, con i nativi del posto, sporchi e puzzolenti…o forse no.
Fatto sta che gioioso e trotterellante vado con i miei alla stazione, o forse triste e sconsolato, i particolari sono piuttosto confusi, permettetemelo.
Saliamo sul treno, io mia madre e mia zia, così da poter caricare le valige, solitamente mezze vuote all’andata e strabordanti (di ogni genere di leccornie) al ritorno.
”Mamma Patte!”
Mia mamma si attarda sul binario assieme a mio padre e forse qualcun altro.
”Mamma!”
”Ora salgo ora salgo, tranquillo.”
Il treno fischia.
”Mamma!”
Le porte si chiudono e vedo mia madre sparire.
Ricordo benissimo la sensazione di abbandono che ho sentito, una sensazione viscerale e che credo mi abbia seguito per diversi anni.
Ho pianto un bel po’ durante il viaggio. C’è chi dice che poi in Puglia da mia nonna me la sia spassata alla grande (Tra tonsille infiammate e sciroppi al limone e alla fragola [Sospetto che in realtà  mi volessero semplicemente drogare]).

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