lunedì 14 maggio 2012

Milano

Ne ho parlato con i miei, ne ho parlato con mia sorella, ne ho parlato con molti; perché Milano, forse, è una delle mie più grandi passioni.
Milano è una città complessa, è un'amante capricciosa, che ti chiama e ti ama solo quando lo decide lei, che ti disprezza, ma della quale una volta che la conosci non riesci a fare a meno.
Milano è la sequestratratrice nei confronti della quale nutri i sentimenti di affetto tipici della Sindrome di Stoccolma, ti rapisce, ti maltratta, la maledici ogni giorno e speri di poter scappare via da lei il prima possibile, anche se poi non vedi l'ora di tornarci.
Milano ti offre qualsiasi cosa, tuttavia così come ti offre le cose positive ti offre anche quelle negative.
Milano non cerca di indorarti la pillola, non è come il medico che ti cosparge i bordi della coppa di farmaco con il miele; perché Milano è fatta così, non ha bisogno di te, o la ami o la odi e spesso, anche se la odi, avrai comunque bisogno di lei.
Milano è una città a cui devi necessariamente venderti: non puoi vivere Milano, ma è lei che vive te, facendo leva sulla tua preoccupazione di non farcela, di non reggere, e che paradossalmente è proprio ciò che ti da la spinta ad andare avanti, a non arrenderti, a combattere una città molto più grande di te, pronta a schiacciarti e a soffocarti come fa con chiunque.
Io amo Milano, è una città che impari ad amare davvero con il tempo, scavando all'interno dei suoi piccoli segreti, dandole il tempo necessario e mandando giù alcuni rospi.
Io amo Milano perché amo osservare la gente e Milano di gente da osservare me ne dà davvero molta.
È una città ricca. Al di là dell'aspetto economico, Milano è una città ricca di vita, di storie che si intrecciano l'una all'altra.
Non mi vergogno a dire che mi piacerebbe in un futuro continuare a vivere qui, anche a costo di sacrificare parte di me stesso, perché Milano, purtroppo, è anche questo.