venerdì 23 marzo 2012

Ciò che conta è il dopo festa.

Sarà capitato di andare a delle feste a casa di qualcuno, feste in cui ci si ripromette, in gruppo, di tirare avanti fino all'alba, se non addirittura oltre. Tutte queste promesse, la maggior parte delle volte non vengono mantenute, ma anzi, lentamente, senza nemmeno accorgertene inizi a vedere la gente andarsene a dormire, a cercare un cantuccio dove poter in qualche modo riposare.
Resti quindi tu, da solo, in una casa che dorme, con i residui di una festa, tracce sparse per la casa che raccontano di una notte che forse non è stata nemmeno così memorabile; resti tu, il silenzio, una sigaretta fumata magari al balcone guardando la notte che placida scivola davanti a te e un'atmosfera quasi irreale, indefinibile, ma comunque speciale, di cui tu sei l'unico padrone, anche se forse, qualche volta, trovi qualcuno come te, ancora sveglio, con cui puoi condividere la tua storia.
Ora è notte, c'è silenzio fuori (fatta eccezione per la ventola del pc), ma c'è silenzio soprattutto dentro un mondo che solitamente durante il giorno urla, strepita, diventa quasi assordante.
Mi aggiro pigro per i Social Network e vari siti che frequento di solito ma l'unica cosa che riesco a trovare di interessante è quella stessa situazione, che mi permette di aggirarmi tra profili e siti senza l'ansia e la fretta che magari, in maniera del tutto inconsapevole, ho durante il giorno.
Si ha quasi paura di perdere questo privilegio, nonostante si cerchi disperatamente qualcosa per occupare il tempo, quindi anche solo pubblicare un video in bacheca è un comportamento pari a quello di accendere all'improvviso la radio, rischiando di far svegliare la gente.
Osservo, spio, mi metto a curiosare, cerco ciò che altre volte il tempo non mi ha permesso di cercare.

Infine un saluto, che ti permette di chiudere tutto e andare a letto con un mezzo sorriso in volto:
"Un abbraccio, forte. Se hai paura di svegliare qualcuno a volte basta ricordarti degli abbracci."

venerdì 9 marzo 2012

If you... your childhood was awesome.

La mia infanzia non è stata incredibile, la mia infanzia non è stata la migliore, la mia infanzia è stata una normalissima infanzia. Così come non credo che l'infanzia dei miei fratelli (con cui mi passo praticamente un decennio) sia stata un tipo di infanzia migliore e/o irripetibile.
In giro per la rete la gente non fa altro che esaltare la propria infanzia e i propri miti di quando era bambino come i migliori, irripetibili, unici. Sinceramente mi stupisco davvero che questi individui si ricordi della propria infanzia, in quanto si comportano nell'esatta maniera in cui si comportava mio nonno quando ero piccolo e nella maniera in cui mio padre inizierà a comportarsi tra poco con mio nipote.
Estremizzando questo mio concetto si viene a creare una sorta di corto circuito: una generazione che cerca di demolire i principi dei propri padri (o comunque di ciò che è venuto prima di loro) va ad attaccare ciò a cui puntano forse di più, ovvero il cambiamento, che trova espressione negli individui più giovani. Sembra che le generazioni si siano assottigliate drasticamente, portando alla nascita continua di nuove generazioni, con scontri che avvengono tra persone che non hanno nemmeno 5 anni di differenza e che si comportano esattamente come dei vetusti cultori della verità.
Criticare i più giovani è un comportamento insito nella natura, probabilmente perché si reputano dotati di meno esperienza o magari perché non ancora abbastanza maturi da capire le cose. Tuttavia il paradosso di cui mi sono accorto è: perché ci lamentiamo del fatto che i "vecchi" non ci danno spazio, quando siamo noi stessi a non dare spazio ai "giovani"?

giovedì 8 marzo 2012

Prima settimana di corsi

Non mi credevo il tipo di blogger che parla della sua vita di ogni giorno sul blog, che prende uno spazio su internet per raccontare i fattacci propri. Tuttavia, in quinta superiore, non credevo nemmeno di essere il tipo di individuo che intraprende studi di psicologia... e invece.

I corsi in Bicocca sono iniziati da due settimane ormai, almeno per la maggior parte degli studenti. Noi della facoltà di psicologia però abbiamo un onore da cazzoni da difendere, infatti questa è stata la prima settimana per me.
Pochi corsi questo semestre, avendo già dato abbastanza, a quanto sembra, il semestre scorso, tra corsi in più e laboratori. Inizio questo semestre con due esami lasciati indietro: uno deliberatamente (con la speranza di recuperarlo durante la sessione estiva) e l'altro a causa di una serie di sfortunati eventi.
Come dicevo, pochi corsi, solamente 3, giusto per dare adito a quelle voci che dicono che io in realtà studi "fuffologia applicata al cazzeggio".
Psicolinguistica: credo che questo corso confermerà l'idea che ho iniziato a maturare già dal secondo semestre dello scorso anno, ovvero che io e la linguistica (soprattutto quella generativa) abbiamo veramente poco da spartire, nonostante la docente sia convinta di avere di fronte a sè una classe piena di aspiranti linguisti.
Psicologia della comunicazione: il docente mi ricorda mio padre, credo che studierò per una sorta di senso di dovere e rispetto traslato. Il corso non sembra male, si leggono articoli di giornale, veniamo invitati a vedere film (per essere specifici "The Artist" e "Hugo Cabret") e si parla di tante altre cose (detta così sembra davvero un corso di "fuffologia applicata al cazzeggio").
Psicologia dell'arte: questo è il corso che spero mi darà più soddisfazioni. Per ora abbiamo solamente fatto una full immersion di storia dell'arte contemporanea ( il che già mi esalta) per poter poi affrontare il corso pronti e informati su ciò di cui si parlerà. E' prevista la visita a un museo d'arte: il museo della bicocca, non è il MoMA, però a volte è necessario accontentarsi. Inoltre il docente, un tipo pacioso, tondeggiante e con un sorriso stampato in volto, ci da dei compiti a casa, delle domande a cui rispondere per poter avere un qualche vantaggio all'esame. Ci ha già fatto tre domande:
1) Cos'è l'arte per voi? (post in elaborazione)
2) Se fate arte, perché la fate? (non mi ritengo un artista, quindi inutile rispondere)
3) Fatemi l'esempio di qualcosa che cosiderate arte, ma che è oggettivamente brutto. (mi domando se qualcosa di Nicki Minaj valga come esempio.)