venerdì 9 marzo 2012

If you... your childhood was awesome.

La mia infanzia non è stata incredibile, la mia infanzia non è stata la migliore, la mia infanzia è stata una normalissima infanzia. Così come non credo che l'infanzia dei miei fratelli (con cui mi passo praticamente un decennio) sia stata un tipo di infanzia migliore e/o irripetibile.
In giro per la rete la gente non fa altro che esaltare la propria infanzia e i propri miti di quando era bambino come i migliori, irripetibili, unici. Sinceramente mi stupisco davvero che questi individui si ricordi della propria infanzia, in quanto si comportano nell'esatta maniera in cui si comportava mio nonno quando ero piccolo e nella maniera in cui mio padre inizierà a comportarsi tra poco con mio nipote.
Estremizzando questo mio concetto si viene a creare una sorta di corto circuito: una generazione che cerca di demolire i principi dei propri padri (o comunque di ciò che è venuto prima di loro) va ad attaccare ciò a cui puntano forse di più, ovvero il cambiamento, che trova espressione negli individui più giovani. Sembra che le generazioni si siano assottigliate drasticamente, portando alla nascita continua di nuove generazioni, con scontri che avvengono tra persone che non hanno nemmeno 5 anni di differenza e che si comportano esattamente come dei vetusti cultori della verità.
Criticare i più giovani è un comportamento insito nella natura, probabilmente perché si reputano dotati di meno esperienza o magari perché non ancora abbastanza maturi da capire le cose. Tuttavia il paradosso di cui mi sono accorto è: perché ci lamentiamo del fatto che i "vecchi" non ci danno spazio, quando siamo noi stessi a non dare spazio ai "giovani"?

Nessun commento:

Posta un commento