sabato 7 gennaio 2012

A Milano sono rinato

È stato praticamente questo il mio mantra per l'intera serata di ieri.
Sono tornato a casa in fretta e furia, senza avvertire nessuno fondamentalmente, e alla stessa maniera ieri sera sono uscito, trovandomi di fronte una decina di ex compagni di liceo. Ovviamente non è che mi aspettassi chissà cosa dalla serata, tuttavia è andata meglio del previsto.
Sono gli incontri inaspettati quelli che più ti colpiscono, non è una novità, ed ovviamente, ieri ho incontrato Doc, dopo mesi che non lo vedevo e non lo sentivo.
Si è parlato, molto, davvero tanto, lui con la sua birra e io con il mio ormai immancabile Japanese Ice Tea. Lui ha parlato della sua ormai inquadrata vita di studente di medicina, raccontando di come lo studio sia entrato a far parte della sua vita (non come al liceo, quando studiavamo la mattina appena prima dell'interrogazione) e di cosa significhi per lui aver intrapreso un percorso del genere. Io dal canto mio, invece, ho come al solito fatto l'elusivo, ho raccontato dell'università ovviamente, di come stia facendo tanta psicologia e di come questa cosa mi lasci perplesso, ma soprattutto ho raccontato di come io sia cambiato nel corso di un anno e mezzo (Tuttavia senza specificare nulla, ovviamente).

Sono andato a Milano con l'intenzione di cambiare aria, poter vivere in una realtà diversa da quella di un paese, che tuttavia non mi risultava nemmeno così stretta, o almeno così pensavo.
Parlando con le persone rimaste incatenate a questi luoghi, a queste colline verdeggianti in primavera e dorate d'estate, ho capito di essere ormai diverso da loro, non so se migliore o peggiore (non voglio prendermi una tale responsabilità), tuttavia radicalmente diverso.

Nessun commento:

Posta un commento